STUDIO LEGALE
Avv  Egidio Ricciardi
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Di seguito una piccola raccolta di articoli pubblicati su " L'Unione Sarda" riguardanti i procedimenti che hanno visto impegnato in qualità di Legale l'Avv. Ricciardi

Tribunale. Altre 19 persone coinvolte nello scandalo sono già state rinviate a giudizio
Truffa dell'Iva, patteggiano in sette
Agenzia delle entrate: pene da 6 a 30 mesi per gli imputati

Le accuse: truffa, tentata truffa, associazione a delinquere, corruzione, falso ideologico, concussione, rivelazione di segreti d'ufficio.
I falsi rimborsi Iva e la truffa da 3 milioni di euro all'Agenzia delle entrate: ieri il gup G. L. ha accolto le richieste di patteggiamento avanzate lunedì scorso da sette dei
ventisei imputati. Termina così la prima tranche di un'inchiesta venuta alla luce lo scorso 6 febbraio con i primi arresti.
I PATTEGGIAMENTI. Il giudice per le udienze preliminari ha confermato i 2 anni e 6 mesi per A. C. (il funzionario della B. riscossioni difeso dall'avvocato A. M. e accusato di associazione a delinquere, truffa corruzione, falso Ideologico, rivelazione di segreti d'ufficio e concussione) accolto le proposte per G. P. R. (accusato di truffa, difeso da M. C. L. e M. A.), E. F. (truffa, difeso da M. F. P.), L. M. (truffa, avvocato F. M.), M.P. (truffa, avvocati G. B. e G. L.) e A. A. (truffa, avvocati Egidio Ricciardi e D. P.): hanno tutti patteggiato 1 anno sei mesi, infine, la pena stabilita a carico di M. C., accusato di tentata truffa e difeso A.F..
A GIUDIZIO. Questi sette imputati escono dunque dal processo che però prosegue per gli altri diciotto rinviati a giudizio: il 3 marzo compariranno davanti ai giudici della prima sezione penale V. P. accusato di associazione a delinquere e tentata trulla), E. D. (falso), I. C. (riciclaggio). A. C. (truffa e ricettazione), F. C. (riciclaggio),
M. T. F., M. e M. M. (ricettazione, tentata trulla e truffa), G. C. (truffa e tentata truffa), E. C. (truffa), W. C. (tentata truffa), L. L. (corruzione e truffa), A. O. (corruzione e trulla), A. C. (truffa) e L.S. l. (ricettazione), M. P. (concussione), R.
D. (favoreggiamento reale e falso ideologico), C. G. (riciclaggio).
LA VICENDA. Il 7 novembre invece comincerà il processo per S. J. D. accusato di associazione a delinquere, truffa, corruzione, sostituzione di persona e falso), rinviato a giudizio alcuni mesi fa è lui l'uomo che - secondo tesi degli inquirenti - contattava gli imprenditori a cui proporre di curare una falsa domanda per un rimborso Iva da presentare attraverso la B. riscossioni.
Curava l'iter dell'istanza e provvedeva a corrompere i funzionari degli uffici finanziari che potevano incidere sul funzionamento della pratica (an m.)

Nessun abuso nelle villette, prosciolte due sorelle

Non ci fu reato paesaggistico nella lottizzazione Valtur a Porto Tramatzu. Così ha deciso il Tribunale in merito ai lavori realizzati nelle villette al mare delle sorelle di Villaputzu, M. S. e A. G. M. di 44 e 46 anni, finite sul banco degli imputati in qualità di committenti e proprietarie, con l'accusa di reati urbanistici e paesaggistici commessi nel 2008. In un caso, si tratta della costruzione di aiuole, muri di recinzione, pergolati e barbecue; nell'altro, per il cambio di destinazione d'uso di un locale, trasformato da vano magazzino a uso abitativo vero e proprio. Difese dall'avvocato Egidio Ricciardi, sono state prosciolte dal giudice monocratico, A. C. Per l'accusa di reato urbanistico perché hanno entrambe prodotto agli atti la documentazione che ha provato il rilascio della concessione in sanatoria. Per quella di reato paesaggistico, invece, perché durante l'iter di rilascio della concessione, avevano anche ottenuto i provvedimenti autorizzativi rilasciati dal servizio di tutela del 
paesaggio e dalla sovrintendenza. (v.n.) 

Serramanna. Tra i due vecchi dissapori legati a una palazzina dello Iacp
«Non molestò il fratello>>
La lite familiare sfociata in un processo: assoluzione.

SERRAMANNA. M. S., 49 anni, è stato assolto perché «il fatto non sussiste». Le accuse dalle quali si è dovuto difendere erano molestie telefoniche e dispetti nei confronti del fratello, G. B.. Nei
giorni scorsi, dopo un lungo processo, al quale sono state dedicate 8 udienze, il giudice monocratico del Tribunale di Cagliari, A. D., ha assolto l'imputato.
La storia si apre con alcuni episodi accaduti fra dicembre 2008 e gennaio 2009. Fu allora che G. B. si presentò ai carabinieri per denunciare le molestie telefoniche e continue offese da parte del fratello. Nel corso del dibattimento i difensori dell'imputato, Egidio Ricciardi e D. P., hanno fatto rilevare molte contraddizioni circa le stesse telefonate, ma in particolare hanno evidenziato l'interesse dell'accusa, parte civile con l'avvocato A. I., di diventare l'unico padrone della casa dei genitori, anche tramite un processo civile. All'origine vecchi dissapori in famiglia, in parte legati alla palazzina dello Iacp, dove i due, assieme a
una sorella, sono rimasti gli unici inquilini. Litigi per ogni cosa: lavoretti in casa, affitti da pagare, serrature sostituite all'ingresso dell'immobile e un prestito di 15 mila euro.(s. r.)

“Non ha rovinato le auto dei prof” il 16enne è stato assolto dal tribunale dei minori.

I suoi compagni non hanno convinto i giudici della colpevolezza. Due vetture dei docenti erano state raschiate con un chiodo nel novembre del 2004, danni per migliaia di auto di euro. Uno studente sedicenne di Villasor che nel dicembre scorso era stato denunciato dai suoi ex professori per averla raschiato la carrozzeria delle loro auto, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Il giudice delle udienze preliminari del tribunale dei minori di Cagliari, lo ha scagionato dall'accusa di danneggiamento. Il fatto risale alla mattina del 17 novembre dell'anno scorso. Ignoti avevano danneggiato le auto degli insegnanti parcheggiate nella via Torino di fronte alla scuola media. Uno scherzo di cattivo gusto messo in atto probabilmente da qualche studente dallo scarso senso civico appunto con un chiodo forse con la chiave hanno abbracciato profondi segni sulla carrozzeria metallizzata delle due auto provocando danni per diverse centinaia di euro. Il blitz Ad accorgersi dell’atto vandalico furono gli stessi insegnanti. Quando al termine delle lezioni raggiunsero le loro auto per far rientro a casa ebbero l'amara sorpresa di trovare la fiancata destra completamente graffiata, sul momento, anche se qualche imprecazione era scappata, fecero buon viso a cattiva sorte ma la mattina successiva avviarono una sorta di indagine interna alla scuola per accertare se l'autore o gli autori degli atti vandalici potevano essere loro alunni. Accertamento infruttuoso, nessuno è stato in grado di fornire elementi utili all'identificazione del responsabile. La testimonianza I due professori avevano già perso le speranze di venire a capo della vicenda, quando, dopo diversi giorni, alcuni alunni affermarono che erano certi di sapere chi aveva danneggiato le due auto. La certezza deriva dal fatto che era stato proprio l’interessato a vantarsi del gesto compiuto. Quando i professori vennero a conoscenza delle generalità del giovane, non ebbero difficoltà a convincersi che doveva trattarsi di un loro ex alunno con il quale avevano avuto difficoltà di rapporto c'erano stati anche degli screzi. Il giovane, quindi, che ora frequenta un istituto superiore di Decimomannu avrebbe agito per vendetta. Ormai certi che il colpevole fosse proprio lui i due insegnanti presentare una denuncia alla caserma locale. Le indagini I carabinieri avviarono le indagini. Interrogarono anche i ragazzi che dichiarano di aver sentito il sedicenne vantarsi del danneggiamento delle due auto. Dopo breve l'indagine i carabinieri inviare al tribunale dei minori di Cagliari la denuncia dei docenti accompagnata da una nota informativa. Al giovane studente di Villasor, che sin dal primo momento respinse ogni addebito, fu ben presto formalizzata l'accusa di danneggiamento e venne rinviato a giudizio. In tribunale Il processo è iniziato il mese scorso, si è concluso in due udienze. Già nella prima erano emerse diverse discrepanze nelle testimonianze degli alunni con i quali l'ex compagno di scuola si sarebbe confidato rivelando di aver raschiato le auto. Nell’udienza di venerdì l'avvocato Egidio Ricciardi è riuscito a smontare ogni accusa nei confronti del suo giovane assistito. Ha chiesto l'assoluzione del suo cliente in quanto non poteva aver compiuto il fatto. Richiesta fatta propria dal Gup che ha assolto sedicenne di Villasor.

Carbonia. Giudice di pace cipressi fatti fuori con il diserbante: vicina condannata 

All’ombra dei cipressi non cresceva più l'erba e gli stessi imponenti alberi hanno fatto davvero una brutta fine. L'arma del delitto è stata l'atrazina, un potente erbicida che al limite va bene per diserbare, non per risolvere alla radice (non nel senso figurato) una contesa di vicinato. Come quella che nei giorni scorsi ha portato alla condanna di una pensionata di Barbusi, E. C. Alla sua non più giovane età di 78 anni ha affrontato e perso un processo con l'accusa di danneggiamento: avrebbe fatto seccare (quindi morire) quattro cipressi che segnavano il confine probabilmente incerto fra la sua proprietà e quella di M. C. S., 40 anni l'autrice della querela approdata dinanzi al Giudice di Pace del Tribunale di Carbonia. Ad avere avuto la peggio in assoluto sono stati i cipressi che componevano il filare per le due proprietà. Davanti al popolo italiano invece la rea sarebbe la pensionata di Barbusi, citata in causa che si è tradotta in un processo di ben dieci udienze, con consulenza tecnica ed esami di laboratorio annessi. Avrebbero provato che il quattro cipressi non sono morti per “cause naturali” ma a causa dei dissidi fra le due confinanti. Il processo è così finito con la condanna della donna a 400 € di multa, più 500 di provvisionale a favore di M. C. S. (assistita dall’avvocato Egidio Ricciardi) più il rimborso delle spese legali. Dal lungo dibattimento è emerso che gli alberi sono rimasti “stecchiti” per una massiccia dose di atrazina (peraltro non più in commercio da già dal 1998) che sarebbe stata disseminata tutto intorno alle piante dalla pensionata, difesa dall’avvocato R. S. In sede civile si deciderà poi che avrà il compito (e quindi l'onere) di disfarsi degli alberi ormai rinsecchiti. Il misfatto sarebbe accaduto la mattina del 16 dicembre 2002 e davanti agli occhi della querelante che aveva immediatamente presentato denuncia. Insomma, siccome la controversia sulla linea di confine segnata dai cipressi pare si trascinasse ormai da tempo, a trovare una soluzione radicale ci avrebbe pensato la pensionata con un sistema, secondo giudice M. P. M., tutt'altro che ortodosso. Sarebbero state le analisi di laboratorio a confermare la presenza del potente diserbante. Più potente di quella scure che il Foscolo chiedeva, con pietà, di tener lontano dalle fronde dei cipressi. Andrea Scano

Traffico di hashish, sei assoluzioni. Operazione Trexenta i colpevoli sono 10

Cinque condanne, cinque patteggiamenti e sei assoluzione nel processo terminato ieri a Cagliari per il vasto traffico di droga nella zona di San Basilio, Suelli, Senorbì e Selegas. Il Giudice per Indagini Preliminari E. F. ha inflitto due anni e 20 giorni di reclusione P. A. A. di San Basilio (il PM aveva chiesto due anni e 8 mesi per lo spaccio di hashish e coca e altri sei mesi per la detenzione di munizioni), un anno a S. U. e S. A. di Guamaggiore e 8 mesi a M. e M. A. di Senorbì. Le pene sono state ridotte di un terzo perché i cinque imputati sono stati giudicati con rito abbreviato. Assolti con la formula più ampia, invece (per non aver commesso il fatto), M. A. di Cagliari e M. F. di Selegas (difesi dall’avvocato S. S.), C. E. (avvocato Egidio Ricciardi) e R. M. (legale A. B) di San Basilio, R. C. di Carbonia (avvocati A.D.T. e S.S) e D.P. di Suelli (avvocato T.C). Infine i 5 patteggiamenti: C. G. di S. ha concordato col pubblico ministero la pena di un anno e 8 mesi di reclusione, M. M. di Selegas, M. A. e V.M. di San Basilio un anno e sei mesi di carcere; A. P. di Guasila un anno dieci mesi. La gran parte degli imputati era stato arrestato il 27 febbraio 2006 durante l'operazione “Trexenta”, un'indagine portata avanti dai carabinieri e che avviata nel dicembre 2004 aveva consentito di incriminare 18 persone. Secondo i militari non si trattava di una vera e propria organizzazione associativa (e infatti il PM non ha mai contestato questo reato) ma di un gruppo di giovani debito lo spaccio nelle piazze nelle strade dei paesi dell'intera Trexenta. A questo punto resta da valutare solo la posizione degli utili due imputati P. B. e L. C. di San Basilio, che hanno preferito andare a dibattimento. Il processo a loro carico comincerà il 7 Febbraio davanti ai giudici della prima sezione il tribunale penale cagliaritano.

Assolto dall’accusa di lesioni il presidente del circolo

Una porta, una molla rumorosa, la disputa su chi dovesse aggiustarla: il proprietario dell'appartamento o l’affittuario? Una vicenda banalissima, e frequente, se non fosse che i due litiganti erano in ottimi rapporti e uno, il proprietario dell’immobile era socio, l'altro presidente del circolo di Assemini al cui interno c'era una sala da biliardo. Il 7 ottobre 2003 è finita con calci e pugni, referti medici, querele incrociate, due processi. Il primo vedeva il presidente L. S., 34 anni di Assemini, imputato di lesioni lievi, mentre il socio M. C. 50 anni di Assemini era parte civile: dopo la bellezza di 8 udienze in cui erano stati sentiti 8 testimoni, oltre la parte offesa due testi d'accusa e 5 a difesa, il processo si è concluso con l'assoluzione di S. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna del presidente del circolo a una multa di 600 € più il risarcimento dei danni alla parte civile, ma gli avvocati Egidio Ricciardi e D. P hanno convinto il Giudice di Pace di Cagliari M. P. M. ad assolverlo seppur con la formula che richiama la vecchia insufficienza di prove. Il secondo processo è invece fissato per il 22 Febbraio del prossimo anno: in quella sede le parti saranno invertite C. (difeso da M. C.) è imputato, S. parte civile. Nel frattempo il circolo ha, per ovvie ragioni, cambiato sede.

Assemini - Lite per il circolo, condannato C.

Anche il secondo round processuale si è concluso a favore del presidente del circolo F. di Assemini, L. S.. Si perché l'ex socio, M. C., è stato condannato per lesioni lievi dal giudice di pace di Decimomannu al pagamento di una multa di 600 euro più il risarcimento del danno da quantificare in sede civile. La vicenda che vede gli ex soci rivali in tribunale risale a cinque anni fà: i due non riuscivano ad accordarsi su chi dovesse aggiustare la molla rumorosa di una porta del circolo. Il proprietario o I'affittuario? Ci fu una lite, il 7 ottobre 2003, che fini con querele incrociate.
Nel primo processo S. (difeso dall'avvocato Egidio Ricciardi) era accusato di lesioni lievi ed era stato assolto al termine di molte udienze durante le quali erano sfilati numerosi testimoni.
Nel secondo processo l'imputato era C. ed è stato condannato.

Quartucciu: il Tar dice no all’antenna


Niente antenna dei telefonini in via Nazionale. Lo ha deciso il TAR rigettando un’istanza dell'Omnitel contro la decisione del Comune di vietare la costruzione del traliccio sulla terrazza di un palazzo. Motivo: l'impianto non è in regola con le norme urbanistiche del Comune. Dopo il no la società telefonica aveva presentato un ricorso che i giudici amministrativi hanno bocciato accogliendo la richiesta del legale del Comune, l'avvocato Egidio Ricciardi. 

Assolto tifoso del Cagliari sotto accusa per violenza


Con una condanna e una assoluzione con formula piena, si è concluso ieri in tribunale il processo contro due tifosi del Cagliari accusati di resistenza, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale per un movimentato dopopartita di tre anni fa. Il primo A. F di 23 anni, è stato condannato a un anno e tre mesi con la condizionale; il secondo P. O. 22 anni di Quartu, è stato invece assolto per non aver commesso il fatto. Per la stessa vicenda che si riferisce all’incontro Cagliari -Treviso del 4 Febbraio aveva denunciato ben 10 tifosi di inseguito ai tafferugli scoppiati nei pressi dello stadio prima e dopo la partita di campionato. A conclusione dell'inchiesta i tredici tifosi erano stati rinviati a giudizio e 10 avevano subito patteggiato la pena (un coimputato era morto prima del processo) A. F. e P. O. avevano chiesto invece il processo in aula. I giudici hanno dato ragione solo al secondo imputato difeso dall’avvocato Egidio Ricciardi che si era battuto per l'assoluzione con formula piena. 

Tribunale. Sentenza del giudice di pace dopo oltre un anno di processo investe pedone dopo il tamponamento: assolta


Investe una persona che attraversa sulle strisce pedonali ma viene assolta perché l'incidente in realtà era stato causato da un'altra auto che tamponando la sua l'aveva spinta contro il pedone. Così A. M. M., 53 anni, casalinga, esce pulita da un processo che per due anni l'aveva vista imputata di lesioni colpose, quelle provocate, a giudizio degli inquirenti, a danno di una donna che, nell’impatto, aveva riportato una cervicalgia, traumi contusivi vari e contratture vertebrali che dovettero essere curata in circa un mese. La sentenza è arrivata lunedì per la decisione del giudice di pace M. G. L. L.: il magistrato ha accolto la tesi dell’avvocato Egidio Ricciardi, difensore della signora, e assolto l'imputato con la formula più ampia per non aver commesso il fatto. Contemporaneamente gli atti sono stati rimessi all’ufficio del pubblico ministero perché valuti se si possa configurare un reato nei confronti di chi invece la tamponò e che l'ha resa involontaria responsabile dell'incidente avvenuto in via Santa Maria Chiara a Pirri 20 4 gennaio del 2003. Nei giorni immediatamente successivi la vittima querelò sia chi la investi, sia il proprietario della macchina che tamponò quella di A. M. M. Ma al termine dell'inchiesta l'azione penale fu avviata solo nei confronti di quest'ultima tralasciando invece di valutare le eventuali responsabilità del primo. Una decisione sbagliata? Lo ha stabilito il giudice. 
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